Capitolo 9 )      Campionamenti  asincroni

 

 

La conversione di un segnale fisico dalla forma analogica alla forma digitale richiede un sistema come in Fig. 9.1.

Il filtro anti-aliasing è opzionale, mentre il  convertitore A/D (Analogico/Digitale), che normalmente è costituito da una scheda elettronica, è necessario alla trasformazione dei valori analogici istantanei  y(t) (normalmente una tensione elettrica) in una serie di valori numerici   yn  opportunamente codificati per essere acquisiti  da un apparato elettronico digitale, quale ad esempio un calcolatore.

 

 

 

 

 

 

 


Fig. 9.1   -   Configurazione di conversione analogico/digitale di un segnale

 

 

Il convertitore ha un suo ciclo di conversione, ha quindi una frequenza di campionamento che è asincrona  rispetto al periodo del segnale in ingresso (sempre supposto periodico).

Pur continuando a supporre, per il momento, di conoscere il periodo P di  y(t)  e di poter predisporre la frequenza di campionamento  fc  del convertitore ad un esatto multiplo della frequenza fondamentale  f (=1/P) , non  è possibile garantire che il primo campionamento coincida con l’inizio del periodo del segnale, come supposto sinora.

 

Il possibile sfasamento degli intervalli di campionamento rispetto al periodo del segnale è una nuova causa di errore nella conversione.

 

Se si considera infatti l’armonica  fmax  (precedentemente definita come la più alta armonica significativa dello spettro) campionata alla frequenza  fc = 2·fmax  è semplice riscontrare che l’ampiezza rilevata dipende non soltanto dall’ampiezza effettiva dell’armonica, ma dipende in modo prevalente dallo sfasamento  di  fc  rispetto  fmax  .

 

Per esaminare un caso concreto, ci si può riferire  all’esempio di onda triangolare della  Fig. 8.4, che è la stessa analizzata nella  Fig 3.3.

Si è visto in questo caso che l’armonica  fmax  è la  quarta  ( k=4 ), e ricavando dalla tabella della Fig.3.3 i coefficienti  Ak  (=0.0188)  e  Bk  (=-0.0137), si può rappresentare questa armonica come in Fig. 9.2.

 

 L’ampiezza effettiva dell’armonica  corrisponde al modulo           

e la sua fase iniziale (rispetto all’inizio del periodo)  è            qk  =  atan (Ak / Bk).

La  frequenza è fmax = 4 Hz, e quella di campionamento è   fc = 8 Hz.

 

La Fig. 9.2 mostra poi tre casi di campionamento  a diverso sfasamento  j  fra le due frequenze.

 

 

 

 

Fig. 9.2  -  Effetto dello sfasamento fra armonica e campionamento nella determinazione dell’ampiezza dell’armonica stessa.

 

 

Il primo caso si riferisce al campionamento senza sfasamento,  cioè con il primo rilevamento corrispondente all’inizio del periodo effettivo (la fase iniziale della quarta armonica risulta   q 4 =.994 rad @ 37 msec) e ripetizione a multipli di 250 msec.

Questa scansione darebbe un’ampiezza di  .0188 (anzichè l’effettiva  che è .0233).

 

Se però  si anticipano i  cicli di scansione, introducendo un certo sfasamento fra periodo e campionamento, si vede che è possibile ottenere qualsiasi ampiezza compresa fra zero ed il massimo, pur mantenendo sempre  la stessa frequenza  di campionamento.

In particolare  si può constatare che con  j = p/2  -  q 4  si ottengono campionamenti in corrispondenza dei massimi (secondo caso), e con   j =  -  q 4  si ottengono campionamenti in corrispondenza degli  zeri (terzo caso)..

 

Ciò significa che, variando l’inizio del campionamento, si ha un errore nella valutazione dell’ampiezza che varia da 0 al 100%.

 

Trattandosi dell’ultima armonica significativa dello spettro, questo può sembrare non così importante, ma in effetti tutte le armoniche sono affette, anche se in modo minore, dall’errore d’ampiezza.

 

Ma, oltre all’errore d’ampiezza,  tutte le armoniche del segnale convertito sono soggette anche ad un errore di fase, sempre dovuto all’intervallo DT di campionamento.

 

La  Fig. 9.3  mostra  l’effetto di  sfasamento di un’armonica ad 1 Hz  campionata ogni  100 msec, cioè a 10 Hz.

Lo sfasamento è in questo caso di 36°  (360° / 10).

 

Fig. 9.3   -   Effetto di sfasamemto di un’armonica dovuto all’intervallo di campionamento  

 

 

 

Ma ancora peggiore è l’effetto di una frequenza di campionamento non multipla  della frequenza del segnale.

 

La Fig. 9.4 rappresenta il caso di un segnale sinusoidale a  7 Hz campionato ogni 25 msec, cioè a  40 Hz.

 

Fig. 9.4   -   Effetto di un campionamento con  frequenza non multipla di

            quella  del  segnale.

 

 

Estendendo il campionamento a più cicli (7 nel caso considerato), si nota che  ogni ciclo ha una diversa scansione, ciò significa che se si limitasse l’esame ad un ciclo si avrebbero campionature diverse per ognuno dei cicli.

Persino la misura del periodo (quindi della frequenza) risulterebbe diversa a seconda di quale periodo si prendesse in considerazione.

 

Tutte queste considerazioni pongono in risalto che  la semplice osservanza del criterio di Nyquist  non garantisce affatto una precisa definizione  nella conversione di un segnale.

In realtà il teorema del campionamento dice solo che con la frequenza di Nyquist si possono evitare gli effetti di aliasing, ma non dice quali siano gli effetti sull’ampiezza, fase e frequenza del segnale convertito, rispetto all’originale.

 

Anche se spesso non evidenziati nei trattati teorici, tali errori possono però in pratica compromettere il risultato di un’applicazione concreta, ove questi non vengano correttamente valutati.

 

Soprattutto l’ultimo caso esaminato pone problemi sul  periodo di campionamento, cioè su quanto estesa debba essere l’osservazione, oltrechè quanto fitta  questa debba essere.